giovedì 27 dicembre 2012

lunedì 3 dicembre 2012

I incontro del I anno: Il nuovo percorso... timori e speranze

Questo primo incontro, finalizzato essenzialmente alla conoscenza reciproca e dell'itinerario che attende il gruppo, si è aperto con la presentazione dell'equipe che si preoccuperà dell'oraganizzazione degli incontri e delle famiglie che hanno accolto la proposta di iniziare questa avventura.
 
Affiancheranno don Diego i conuigi Michele e Paola Merlini (coppia animatrice), Gabriella, Elena, Stefania, Vittoria e Marie-France (catechiste) e Carla, Camilla, Sofia e Jacopo (animatori).
I bambini coinvolti nel percorso, assieme alle loro famiglie, sono: Antonioli Filippo, Baguzzi Alessandro, Bianchi Isabella Vittoria, Bonini Luca, Bozzetti Cosma, Bucur Fabrizio, Castiglioni Giulia, Cavallotti  Francesca, Cesura Vera, Corini Gaia, della Putta Alice, dell'Orco Vittorio, Fasanini Marie Jolie, Favalli Luca, Fossa Maddalena, Fretto Riccardo, Gaiardi Francesca, Galli Claudia, Generali Alessia, Ghidetti Andrea, Girelli Alessandro, Gualdi Samuele, Guerrini Filippo, Judycki Carolina, Laudati Enrico, Maffezzoni Matilde, Mariaschi Massimo, Murelli Leone, Nespoli Stefano, Papa Chiara, Ruggeri Marta Emilia, Santini Matilde, Scotti Noemi, Tinelli Angelica, Truglia Edoardo, Zacchetti Sara.
 
L'incontro si è aperto con un'introduzione che ha motivato la scelta del nuovo percorso. Tenendo presente la situazione socio-culturale nella quale ci troviamo a vivere, in gran parte scristianizzata e non più permeata dai valori evangelici, il cammino di catechesi che viene oggi seguito nella nostra diocesi, riadattando l’itinerario catecumenale che veniva proposto ai neofiti ai tempi della Chiesa apostolica, prevede alcune novità: non prepara ai Sacramenti (che rimangono una tappa importante del percorso), ma si pone come obiettivo la formazione di cristiani convinti, entusiasti e capaci di testimoniare la propria fede; coinvolge nel cammino formativo dei ragazzi anche i genitori, per ricreare, almeno in famiglia, un clima favorevole alla comprensione e alla traduzione in pratica dei valori cristiani. Inoltre ogni incontro, non più finalizzato alla semplice trasmissione di conoscenze, ma piuttosto strutturato perchè aiuti ragazzi ed adulti a fare un'esperienza di vita cristiana, viene strutturato secondo la dinamica del laboratorio: un'animazione iniziale vuole far emergere l'esperienza dei presenti rispetto all'argomento proposto oppure far fare un'esperienza che guidi ai contenuti che si vogliono trasmettere; un successivo approfondimento chiarisce in modo breve e puntuale l'annuncio cristiano rispetto al tema; domande e lavori di gruppo dovrebbero favorire la riappropriazione di quanto comunicato.
Il nuovo percorso, strutturato in otto anni, conosce nuove tappe e contenuti, che vengono illustrati nello schema seguente:
 

Nella seconda parte dell'incontro si è riflettuto sulle speranze e i timori che abiato nel cuore dei genitori all'inizio di questo itinerario, partendo dalla visione di un filmato e dall'ascolto di una canzone preparati dalla coppia animatrice:


La maggior parte dei genitori ha indicato nell'acquisire la capacità di amare veramente la principale speranza relativa alla futuro dei figli, nel crescere senza valori il più grande timore. Da parte di tutti è emersa una forte richiesta di aiuto per riuscire al meglio nella propria opera educativa, difficile da portare avanti in un mondo che spesso propone esempi e modelli tutt'altro che positivi.
Chi meglio di Gesù può insegnare ad amare e quindi sostenere l'opera di educazione all'amore delle nostre famiglie e delle nostre comunità? Dove è possibile trovare l'aiuto desiderato se non nella comunità cristiana, famiglia nella quale la fraternità e la regola e il farsi carico dei bisogni degli altri l'unica legge? Non si è quindi potuto concludere altro che questo cammino che abbiamo inziato è davvero la risposta di cui abbiamo bisogno per realizzare le nostre speranze e vincere i nostri timori.

Nel frattempo, i bambini, nel saloncino sottochiesa, hanno imparato i nomi di tutti attraverso un gioco di conoscenza e hanno costruito un piccolo fagotto che gli servirà per affrontare il viaggio appena iniziato. Dopo aver conquistato delle orme che rappresentano i passi che si dovranno muovere insieme, hanno costruito il cartellone dei gruppi e si sono scambiati le proprie impronte, per significare che in questo percorso nessuno è da solo e tutti si devono fare compagni di viaggio degli altri.

Abbiamo concluso con una breve riflessione di Enzo Bianchi e una preghiera:
Finiamo allora per pensare l'ospitalità soltanto come indirizzata a quanti noi invitiamo: ma l'invitato non è un ospite, né le attenzioni usate verso di lui sono ospitalità...
L'altro, il vero altro, infatti, non è colui che scegliamo di invitare in casa nostra - forse anche con il retropensiero di essere poi a nostra volta invitati (cf. Lc 14,12-14) - bensì colui che emerge, non scelto, davanti a noi: è colui che giunge a noi portato semplicemente dall'accadere degli eventi e dalla trama intessuta dal nostro vivere, perché «l'ospitalità è crocevia di cammini».
Enzo Bianchi (Il Sole 24 ore, 23 maggio 2010)


Signore, ti prego per mio figlio.
E’ nato nuovo come una pagina bianca.
Nessuno vi scarabocchi sopra: non i compagni,
non la scuola, non la televisione…
E’ nato originale, unico, irripetibile:
conservi sempre la sua mente per pensare,
il suo cuore per amare.
E’ nato pieno di voglia di vivere:
mai perda la grinta per vivere con passione
e non abbia paura della fatica
per realizzare i suoi sogni
E’ nato aperto a Te:
nessuno gli sbarri la strada,
nessuno gli rubi la bussola.
E’ nato prezioso:
perché più figlio Tuo che nostro.
Custodiscilo, Signore, e amalo come sai fare Tu,
Padre Nostro che sei nei cieli
e in terra vivi nel cuore di ogni bimbo che al mondo doni.
Non è sempre facile essere genitori:
e allora Signore, vieni ad abitare anche nei nostri cuori,
nelle nostre case e aiutaci ad indicare ai nostri figli
il cammino della vera vita.
E se un giorno tutti i nostri sforzi appariranno vani
e le preghiere senza eco,
allora, Signore, finché sorgerà un mattino
e noi avremo un soffio di vita,
donaci di amarli e di credere ancora
che possano essere migliori di noi.

II incontro del III anno: Abramo... e noi?

L'obiettivo di questo nostro secondo incontro era quello di rispolverare la nostra memoria, ricordando quello che la Bibbia racconta della vicenda di Abramo, cercando poi di attualizzare la sua figura e di capire meglio cosa può insegnare a noi oggi la sua vicenda.
Abbiamo letto alcuni passi della Genesi, intervallandoli con due spezzoni di uno spettacolo teatrale che racconta la storia del patriarca..

Terach aveva settant'anni quando generò Abram, Nacor e Aran. Abram e Nacor presero moglie; la moglie di Abram si chiamava Sarài . Sarài era sterile e non aveva figli. Il Signore disse ad Abram:
"Vattene dalla tua terra, dalla tua parentela e dalla casa di tuo padre, verso la terra che io ti indicherò. Farò di te una grande nazione e ti benedirò, renderò grande il tuo nome e possa tu essere una benedizione. Benedirò coloro che ti benediranno e coloro che ti malediranno maledirò, e in te si diranno benedette tutte le famiglie della terra".
Allora Abram partì, come gli aveva ordinato il Signore, e con lui partì Lot. Abram aveva settantacinque anni quando lasciò Carran. Arrivarono nella terra di Canaan e Abram la attraversò fino alla località di Sichem, presso la Quercia di Morè. Il Signore apparve ad Abram e gli disse: "Alla tua discendenza io darò questa terra".

 
Dopo tali fatti, fu rivolta ad Abram, in visione, questa parola del Signore: "Non temere, Abram. Io sono il tuo scudo; la tua ricompensa sarà molto grande". Rispose Abram: "Signore Dio, che cosa mi darai? Io me ne vado senza figli e l'erede della mia casa è Elièzer di Damasco". Soggiunse Abram: "Ecco, a me non hai dato discendenza e un mio domestico sarà mio erede". Ed ecco, gli fu rivolta questa parola dal Signore: "Non sarà costui il tuo erede, ma uno nato da te sarà il tuo erede". Poi lo condusse fuori e gli disse: "Guarda in cielo e conta le stelle, se riesci a contarle"; e soggiunse: "Tale sarà la tua discendenza". Egli credette al Signore, che glielo accreditò come giustizia.



Questi spunti ci hanno permesso di evidenziare alcune delle caratteristiche fondamentali di Abramo e di farci, di conseguenza, alcune domande. Nei lavori di gruppo abbiamo cercato di individuare alcune possibili risposte...

Abramo si fida di Dio e della sua promessa senza avere alcuna garanzia o riscontro immediato. Solo dopo un lungo cammino ha scoperto che la sua fiducia era stata ben riposta. Questa è l’essenza della fede: dare credito a Dio, fidandosi del suo amore, per poter vedere il compimento delle sue parole.

Cosa ci impedisce di vivere pienamente la fede?
Cosa ci rende difficile il fidarci totalmente di Dio?

Usando Agar per avere un figlio, Sara ed Abramo cercano una scorciatoia perché si possa sbloccare una situazione che orami sembrava irrisolvibile, nonostante la promessa di Dio. Ma Dio interviene per ribadire, senza mezzi termini, il suo progetto.

Quali sono le facili soluzioni che a volte ricerchiamo per risolvere in maniera sbrigativa i problemi che incontriamo in famiglia, sul lavoro, nella vita quotidiana? Sono efficaci?
Dio che cosa si aspetta da noi?
 
Dio promette, ma non esenta Abramo dal fare la sua parte perché quelle promesse si possano realizzare.
Quali promesse Dio ha fatto a noi, ai nostri figli, alla nostra famiglia?
Cosa dobbiamo e possiamo fare noi per aiutarne il compimento?
 
Dio chiede ad Abramo di sacrificare Isacco. La fede non esenta dalle difficoltà e dalle prove, ma dà la forza per affrontarle con determinazione e senza mai perdere la speranza.
 
Nella vita abbiamo mai incontrato situazioni difficili che ci hanno messo alla prova?
Come è cambiata la nostra fede in quei momenti?
 
L'incontro si è concluso con la preghiera di Michel Quoist "Aiutami a dire sì" e con il canto "Esci dalla tua terra".
 
Ho paura di dire di sì, o Signore.
Dove mi condurrai?
Ho paura di avventurarmi,
ho paura di firmare in bianco,
ho paura del sì che reclama altri sì.

Eppure non sono in pace.
Mi insegui, o Signore, sei in agguato da ogni parte.
Cerco il rumore perché temo di sentirti,
ma ti infiltri in un silenzio.
Fuggo dalla via perché ti ho intravisto,
ma mi attendi quando giungo in fondo alla strada.
Dove mi potrei nascondere? Ovunque t'incontro:
non è dunque possibile sfuggirti!

O Signore, ho paura della tua esigenza,
ma chi ti può resistere?
Affinché venga il tuo regno e non il mio,
affinché sia fatta la tua volontà e non la mia,
aiutami a dire di sì.